Giunto in estate a Napoli, e fortemente voluto da Carlo Ancelotti, Giovanni Di Lorenzo è riuscito ad imporsi subito nelle gerarchie napoletane, diventando un titolarissimo e relegando il francese Malcuit in panchina nelle prime tre giornate di campionato.
Il nativo di Garfagnana ha ben figurato per le sue proposizioni offensive, che ben si sposano con l’idea di calcio del suo allenatore e con la capacità d’inserimento degna di un attaccante. Due esempi su tutti: il gol in Juventus-Napoli su palla inattiva e l’assist per Mertens in Napoli-Sampdoria, nato da una sua sgroppata condita da un fendente rasoterra sul primo palo.
E se fino ad ora il terzino del Napoli è stato visto come un calciatore a netta trazione anteriore, la prestazione di ieri sera contro il Liverpool conferma che sia anche un gran difensore, dotato di coperture preventive e letture del gioco fuori dalla norma. Su una fascia, quella destra, che ieri era piena zeppa di incursori, da Robertson a Milner fino a Sadio Mané, Di Lorenzo non ha subito alcun dribbling, vincendo alcuni contrasti chiave e facendo ripartire i suoi.
Il triennio del 26enne è una romantica storia di calcio: nel 2017 Di Lorenzo militava in Serie C con il Matera, esordendo l’anno dopo in Serie A con l’Empoli. A distanza di tre anni, eccolo quindi muovere i primi passi in Champions League. Il prossimo passo potrebbe essere, tra qualche tempo, la prima convocazione in nazionale maggiore da parte di Roberto Mancini.