Come Serie A e Liga – mentre la Bundesliga sta per ricominciare tra due giorni – anche la Premier League sta provando faticosamente a ripartire, con l’obiettivo di portare a termine la stagione. Come da noi, anche in Inghilterra gli allenamenti di gruppo potrebbero riprendere la prossima settimana, con tutta una serie di accorgimenti per tutelare la salute dei giocatori.
Oltre a sanificazioni, gruppetti di massimo 5 calciatori, divieti di partitelle e tackle, spicca la soluzione adottata per il nodo fondamentale della gestione di un sopravvenuto positivo nel gruppo: andrà in isolamento per 7 giorni, quindi un protocollo più ‘largo’ di quello adottato in Italia.
Ma che la strada non sia esattamente in discesa, lo dimostra quanto recitano le linee guida diffuse dal Governo inglese, con riferimento alla libertà lasciata ai singoli giocatori di rifiutare di allenarsi. In primis qualsiasi calciatore o membro dello staff dovrà essere valutato in una sessione individuale prima di poter tornare all’allenamento di gruppo: in questo primo test verranno esaminate la salute fisica e mentale e discussi i rischi e i protocolli.
Ma la parte più significativa è quando si afferma che chiunque torni in un ambiente di allenamento deve aver “attivamente” accettato di aderire: le linee guida chiariscono che ha il diritto di “rifiutare in qualsiasi momento, senza che di conseguenza vengano compiuti passi irragionevoli nei suoi confronti“.
Negli ultimi giorni sono state più di una le voci che si sono levate tra i giocatori di Premier League – Sergio Aguero su tutti – per esprimere perplessità sulla ripresa dell’attività calcistica, mentre ancora nel Paese l’epidemia da coronavirus continua a mietere vittime e annoverare contagiati. Tutto ancora in divenire, insomma.