Pugno duro doveva essere e pugno duro è stato. Sono partite nella giornata di lunedì, le raccomandate con ricevuta di ritorno con le quali il Napoli ha chiesto l’attivazione del Collegio Arbitrale per avviare i procedimenti di richiesta di risarcimento ai giocatori che la notte del 5 novembre, subito dopo la partita di Champions League contro il Salisburgo, hanno deciso di interrompere il ritiro che gli era stato imposto dal club.
Tutto sta andando quindi secondo le modalità e i tempi che erano stati immaginati, ma c’è una novità importante: non solo per Allan, ma anche per Lorenzo Insigne, l’uomo simbolo della squadra, è stato richiesto un risarcimento del 50% dello stipendio mensile lordo.
Il Napoli ha quindi individuato proprio nel suo capitano (che non prenderà parte alla prossima partita con il Liverpool a causa di una contusione al braccio destro), uno dei capi della rivolta che di fatto ha aperto una frattura con la società che ad oggi sembra insanabile. Nel caso in cui venisse riconosciuto colpevole, sarebbe proprio Insigne a pagare più di tutti: 350mila euro lordi, a fronte dei 200mila che saranno eventualmente trattenuti dallo stipendio di Allan.
Aurelio De Laurentiis ha dribblato la strada della mediazione ed è andato dritto verso quella che porta a punizioni severissime. Al ritorno da Liverpool quindi, i giocatori troveranno le lettere con le richieste di multe, tutte fino al 25% del mensile lordo (discorso diverso solo per Insigne ed Allan appunto) alle quali potranno appellarsi attraverso i propri legali.
Il giudizio finale del Collegio sarà poi inappellabile e dovrebbe arrivare entro fine febbraio, ovvero un lasso di tempo lunghissimo per un gruppo che sta vivendo certamente un periodo complicato e che con ogni probabilità a fine stagione perderà moltissimi pezzi.