Il calcio italiano si ritrova a fare i conti con lo spettro del calcioscommesse e questa volta la vicenda potrebbe assumere contorni molto diversi da quelle del passato: tra le persone eventualmente coinvolte potrebbe infatti esserci un arbitro.
Come riportato da ‘Repubblica’ infatti, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo su una vicenda che risale a qualche mese fa, prima cioè che che i campionati venissero fermati a causa dell’emergenza Coronavirus.
Si è in gennaio e, che sempre accade quando il fenomeno si presenta, vengono segnalate quelle partite per le quali si registrano flussi anomali di puntate. Tra esse c’è una gara di Serie C che insospettisce più di altre, perché nel corso della stessa si è registrato un episodio quanto meno singolare: l’arbitro si è infortunato ed ha quindi deciso per la sospensione a pochi minuti dal triplice fischio finale.
Non si trattava di una partita di particolare importanza per la classifica, eppure aveva attirato l’interesse di molti scommettitori, cosa questa che ha inevitabilmente fatto scattare un campanello d’allarme. Flussi anomali di scommesse erano confluiti su un risultato da quello che stava maturando in campo e, non essendo contemplata in Serie C la presenza del quarto uomo, se l’arbitro è costretto a fermarsi la partita viene per forza di cose sospesa.
Per effetto dell’infortunio che ha fermato il direttore di gara, chi aveva scommesso cifre importanti sul risultato diverso da quello che stava maturando, non ha quindi perso il suo denaro: un dettaglio che ha fatto scattare la segnalazione di agenzie italiane e non solo.
La Procura della Federcalcio, preso atto di un episodio così singolare, ha deciso di approfondire la situazione. Ha esaminato tutta la carriera dell’arbitro (per lui direzioni di gara soprattutto in sfide di seconda fascia di Serie C e Campionato Primavera) ed ha riscontrato una serie di anomalie: ovvero molte espulsioni, tantissimi rigori concessi, anche due per partita, e molti rossi combinati con penalty. Diverse tra le gare prese in esame, avevano dato adito a pesanti proteste, ma di fatto nulla che posse tramutarsi in prove di combine.
Tutta la documentazione è stata ora inviata alla Procura di Roma che sarà chiamata a far luce sui fatti. Formalmente nessuno è indagato e al momento si tratta di semplici sospetti, ma intanto l’attività è partita. L’indagine potrebbe anche servire a certificare la buona fede del direttore di gara, che poi ha continuato regolarmente ad arbitrare fino allo stop dei campionati.