Un anno e mezzo appena. Iniziato in maniera quasi euforica e concluso con gli occhi bassi, come troppe volte è capitato all’Inter dell’immediato post Triplete. Andrea Stramaccioni ha vissuto un sogno da cui si è svegliato in maniera brusca. E oggi, mentre attende di rientrare nel calcio italiano dalla porta principale, ripensa ai tempi in cui sedeva sulla panchina nerazzurra.
Lo fa in una lunga intervista a ‘Tuttosport’, nella quale gli argomenti toccati sono tanti: l’arrivo all’Inter per guidare la Primavera, i rapporti con Massimo Moratti, la celeberrima lite con Antonio Cassano, i colpi di mercato sfiorati e mancati. Ma soprattutto la promozione in prima squadra, all’indomani del trionfo nella NextGen e nonostante un 7-1 subìto dal Tottenham qualche mese prima. Ed è da questo che parte Stramaccioni.
L’incontro con Moratti si conclude con la notizia che Stramaccioni stava attendendo: il nuovo allenatore dell’Inter al posto di Claudio Ranieri è lui.
Altro momento topico: il 4-2 che l’Inter infligge al Milan nel derby della penultima giornata del 2011/12, successo che, assieme al 2-0 della Juventus col Cagliari, regala lo scudetto ai bianconeri.
Il capitolo più triste, oltre alla mancata conferma al termine del 2012/13 per far spazio a Walter Mazzarri, è la furibonda lite con Antonio Cassano durante quella stessa stagione.
Altro rimpianto: la costruzione della squadra del 2013/14, abortita a causa delle turbolenze societarie (il passaggio di proprietà da Moratti a Thohir) e della mancata conferma di Stramaccioni.