Dopo la sosta per le nazionali, la serie A riparte subito con un match dai tanti spunti, dai grandi numeri e dagli intensi flashback sentimentali.
Sì, perché Fiorentina – Juventus non può non rievocare momenti nostalgici, storiche sfide e gol memorabili.
Impossibile dimenticare uno dei trasferimenti più discussi di sempre da quelle parti, quello di Roberto Baggio, all’epoca idolo della Fiesole, venduto dalla società viola ai rivali bianconeri senza il suo “permesso” e quel suo rifiuto, una volta passato alla Juventus, a calciare il rigore contro la sua ex squadra, nonostante fosse il rigorista designato.
Come lo è lo straordinario capolavoro al volo di Alex Del Piero (che, segni del destino, in quel match del 1994 sostituiva proprio Baggio infortunato), che segnerà probabilmente l’inizio della leggenda di uno dei più grandi e amati numeri dieci italiani.
E poi come non ricordare quel match del Franchi di sei stagioni fa, dove “Pepito” Rossi ribaltò con una romantica tripletta il doppio vantaggio della Juventus con Tevez e Pogba (che esultarono ai loro gol mimando la “mitraglia”, sacrilegio da quelle parti).
La partita di sabato, seppur terminata a reti inviolate, è stata comunque piacevole, con una grande Fiorentina (tornata a fare punti contro la Juventus in Serie A dopo una serie di quattro sconfitte consecutive) a cui è mancato solo il gol, uno smanioso Ribery (53 palloni giocati, 70% di passaggi riusciti), e un sorprendente e onnipresente Castrovilli (44 palloni giocati, 80% di passaggi riusciti, tanta corsa e qualità).
Dalla sua la Juventus, che non pareggiava 0-0 da 41 partite in Serie A, ha limitato i danni, visto anche gli infortuni di Douglas Costa e Pjanic che hanno costretto Sarri a operare due cambi già nel primo tempo.
Nonostante l’ottima prestazione degli uomini di Montella, continua l’incredibile striscia negativa: la Fiorentina non vince da 17 partite in Serie A: ha fatto peggio solo nel 1938 (21).
“Arriverà la vittoria, ok?” Parola del simpatico nuovo presidente viola Commisso, i tifosi Viola ci sperano…
Napoli-Sampdoria segna l’esordio degli azzurri al San Paolo, dopo la polemica “spogliatoi” degli scorsi giorni.
E Napoli – Sampdoria non può non essere la partita di Fabio Quagliarella.
Dal sogno di indossare la maglia della squadra del cuore, passando per lo strano passaggio alla Juventus, fino a scoprire l’incubo dello stalker che gli rovinerà la vita: “Piangevo spesso, tutto ciò ha segnato la mia carriera, la mia vita.” Una storia sconvolgente, inquietante, fortunatamente dal lieto fine. Il padre scoprirà tutto e Quagliarella è potuto tornare a vivere.
Dopo la “liberazione”, il capitano doriano ha iniziato a segnare, e segnare, sempre più, fino a vincere il titolo di capocannoniere la scorsa stagione, anche grazie a quel meraviglioso gol di tacco, segnato proprio alla sua ex squadra nel secco 3-0 di Marassi. Ma ieri non è andata come quella volta e a vincere è stato il Napoli: merito di “Ciro” Mertens, che con la doppietta alla Sampdoria tocca quota 112 con la maglia del Napoli (87 in serie A) e vede sempre più vicino il record di Marek Hamsik…
Samp ancora a 0 punti dopo tre giornate: non succedeva dal 2004/05.
Inter e Udinese si affrontano nel ‘Saturday night’ del Meazza.
Match che ai più attenti, non può non rievocare l’unico cartellino rosso in serie A preso da capitan Zanetti in diciannove lunghi anni di nerazzurro.
Stadio San Siro, dicembre 2011, Inter – Udinese, minuto 85.
I nerazzurri sono sotto 0-1 e capitan Zanetti, preso d’infilata alle spalle, scivola in ritardo su Asamoah in area: fallo netto, rigore e secondo giallo. Sarà la prima e unica espulsione in campionato.
Ti aspetti la protesta veemente, la maggior parte dei giocatori fa così, “appannati” spesso dalla foga del match. Invece Pupi, dopo aver chiesto semplici spiegazioni, si sfila la fascia da capitano, stringe la mano all’arbitro, poi alza il braccio in segno di scuse anche verso la curva (che nel frattempo canta un “c’è solo un capitano” da brividi) ed infine esce dal campo a testa bassa.
Troppo facile fare il signore quando si vince…
Tornando all’attualità, a San Siro l’Udinese perde i… Sensi.
Le prestazioni e le giocate del folletto nerazzurro di questo inizio di stagione sono impressionanti: due gol (ha già eguagliato il suo record di gol in una singola stagione di Serie A), un rigore procurato e tanta classe al servizio dei compagni.
Se l’Inter è a punteggio pieno dopo le prime tre giornate (la quinta volta che succede nell’era dei tre punti a vittoria) lo deve soprattutto a lui…
Genoa – Atalanta mette di fronte mister Gasperini e il suo dolce passato.
Dalle parti di “Marassi” non dimenticano gli anni d’oro del Gasp in panca e di un Grifone “principesco” in campo. Il tecnico di Grugliasco, con il fondamentale sostegno del principe Milito (24 gol), portò i rossoblu prima in serie A, poi ‘quasi’ in Champions league. Quasi, perché con il Genoa raggiungerà il 5º posto in campionato a pari merito con la Fiorentina (totalizzando 68 punti, record per la Serie A a venti squadre) che si qualificherà in Champions a discapito dei liguri solo grazie agli scontri diretti. Il Genoa si qualificherà per l’Europa League, centrando comunque un traguardo prestigioso. Ci riuscirà un’altra volta nel suo secondo mandato nel 2015, ma non servirà a nulla poiché la UEFA non rilascerà al club ligure la licenza. Ma quello è ormai il passato: il presente si chiama Atalanta, club che è riuscito a portare addirittura in Champions League e che continua a sognare in grande.
Il “lunch match” tra gli uomini di Andreazzoli e la Dea non delude le attese. La partita è vibrante e sostanzialmente equilibrata, ma l’Atalanta ha in squadra un giocatore eccezionale, o meglio: ”DUVANstante”!
Prima si procura il rigore del vantaggio, poi s’inventa un gol pazzesco (26º in 40 partite di serie A con la Dea) a tempo ormai scaduto: 1-2 finale, firmato Duvan Zapata.
Il Rigamonti torna a respirare aria di serie A dopo ben nove stagioni.
Brescia – Bologna fa subito tornare in mente quel 3-0 del 5 maggio 2002. Era il Brescia di Luca Toni ma soprattutto di Roberto Baggio che, dopo essersi infortunato gravemente nel corso della stagione, rientra a poche giornate dalla fine con le ‘rondinelle’ date ormai per spacciate, trascinandole a suon di gol e giocate ad un’insperata salvezza.
“Aaah, da quando Baggio non gioca più…”.
E se il Trap lo avesse portato in Corea…
La partita termina con un pirotecnico e spettacolare 3-4, con il Brescia che per due volte si porta sul doppio vantaggio (2-0/3-1) con una doppietta di bomber Donnarumma (terzo gol in tre partite, l’ultimo giocatore del Brescia a segnare almeno 3 gol nelle sue prime 3 presenze in Serie A prima fu Dario Hubner nel 1997/98), per cedere poi il passo al ritorno prepotente dei felsinei, che ribalteranno incredibilmente il risultato.
Il Bologna, imbattuto da sei partite, non cominciava un campionato di Serie A con almeno 7 punti nelle prime 3 partite dal 2002/03.
Parma – Cagliari di ieri è stata la 21ª sfida in serie A tra le due compagini al Tardini. I numeri prima del match parlavano chiaro: 13 le vittorie gialloblù, solo 2 quelle sarde. Ma i numeri a volte lasciano il tempo che trovano e questa volta il “Casteddu” espugna Parma: in assenza di ‘Pavoloso’, è Ceppitelli, arcigno difensore, a vestire i panni del bomber, con una doppietta da raccontare ai nipoti. Finisce 1-3, con il Cagliari che segna tre gol con gli unici tre tiri nello specchio effettuati nel match. Curiosità: Il Cagliari non aveva mai segnato più di due gol in casa del Parma in Serie A in 20 precedenti.
Spal – Lazio non è una partita normale per Manuel Lazzari, protagonista indiscusso della romantica cavalcata ferrarese dalla Lega Pro alla serie A.
Ma la Spal anche senza uno dei suoi interpreti più importanti delle ultime stagioni non molla di un centimetro e batte la più quotata compagine capitolina con una grande prova di forza. Decisivo Kurtic, che si conferma uomo degli ultimi minuti: tutte le reti segnate dalla SPAL in Serie A dal 90° minuto di gioco in avanti sono state realizzate proprio dallo sloveno.
Roma – Sassuolo è stato quattro anni fa palcoscenico del “trecenTotti”, ovvero del 300º storico gol in giallorosso dell’eterno capitano, che con un suo tocco delizioso diede il via all’insperata rimonta della Roma (finì 2-2).
Roma – Sassuolo di ieri invece doveva essere il match della svolta per gli uomini di Fonseca dopo due pareggi e così è stato. Primo tempo romanista spaziale: quattro gol (era da un Roma – Torino di undici anni fa che i giallorossi non segnavano quattro gol nel primo tempo), ritmo infernale e tante giocate sublimi.
Secondo tempo al minimo, con il Sassuolo che torna sotto con una doppietta di capitan Berardi (5 gol in due partite e nuovo capocannoniere del campionato).
Chicche: Mkhitaryan è il primo giocatore armeno a segnare un gol in Serie A, mentre per Florenzi è stata la sua 200ª partita da titolare con la maglia della Roma in tutte le competizioni.
Quando un vecchio tifoso rossonero sente parlare di Verona – Milan, ancora adesso pensa alla grande beffa, quella della “Fatal Verona”.
E’ l’ultima giornata del campionato 1972/73, al Milan di Nereo Rocco basta un punto, l’impresa non è proibitiva, tanto più il Verona non ha particolari stimoli di classifica.
Finirà invece incredibilmente 5-3 per i padroni di casa, con il Diavolo che perderà uno scudetto che sembrava già suo.
Non perderà invece nel posticipo di domenica sera.
Partita “maschia”, con il Verona che rimasta in dieci dal primo tempo (espulso Stepinski) cerca di difendersi in tutti i modi.
Ma un rigore di Piatek decide il match a favore dei rossoneri e spezza la maledizione del numero nove.
Per il momento…
Chiude la scintillante terza giornata Torino – Lecce del “monday night”, con il Toro alla ricerca della terza vittoria in altrettante partite, e i salentini dei primi punti.