Si può riuscire a vincere il campionato con una squadra presa in seconda divisione, senza storia e senza grandi risorse economiche e per di più ripetendolo addirittura per due volte, con due team diversi?
Sembrerebbe impossibile da realizzare, ma non per un “inglesotto” di Middlesbrough di nome Brian Howard Clough.
Prima di diventare uno dei più grandi allenatori della storia, da giocatore era stato un temibile attaccante che, nonostante si ritirò a 29 anni per un grave infortunio, segnò la bellezza di 251 reti in 270 partite con le maglie di Middlesbrough e Sunderland. Una media terrificante.
Ma Brian Clough aveva un caratteraccio, scostante, permaloso e arrogante, non perdeva occasione per esaltare il suo ego
“Conoscete qualcun altro che abbia segnato 251 gol in 270 partite di campionato? Bobby Charlton? Il fottuto Jimmy Greaves? Hanno forse segnato tutti quei gol in così poche partite? Col cazzo che li hanno fatti. Perciò puoi giurarci che è un cazzo di record”.
Appese forzatamente le scarpe al chiodo e iniziò giovanissimo ad allenare in una squadra nei sobborghi di Middlesbrough.
Era questo il suo destino.
Dopo due anni di esperienza, Clough viene chiamato ad appena 32 anni a risollevare le sorti del Derby County, squadra che navigava nei bassifondi della classifica in second division.
“Come si fa a chiamare un trentaduenne ad allenare il Derby”, “Non ha un minimo di esperienza”, “Retrocederemo sicuro” borbottavano da quelle parti.
Nessuno sapeva che stava per iniziare la leggenda.
Il Derby con Clough al timone sale in First division dopo quindici lunghi anni di inferno tra Second e Third division, e dopo due stagioni, Clough e il Derby entrano ufficialmente nella storia vincendo il primo titolo dal 1884, anno della sua fondazione.
Un miracolo si può chiamare, viste le possibilità economiche e il potenziale in rosa.
Ciò quindi che risaltava più agli occhi della gente in quell’impresa incredibile, era la bravura e la forte personalità di quell’allenatore. Personalità che però lo portò a scontrarsi inevitabilmente con il suo presidente Sam Longson e, dopo esser arrivato in semifinale di Coppa Campioni (persa poi con la Juventus), decide di dimettersi irrevocabilmente.
“Lei era il presidente del Derby prima che io arrivassi qui, me lo ricordo; quando il Derby stava giù in fondo in Seconda divisione, quando nessuno ne sentiva parlare e nessuno aveva mai sentito a parlare del fottuto Sam Longson. Me lo ricordo. E lei starebbe ancora là, se non fosse stato per me; in fondo alla merdosa Seconda divisione, dove di lei nessuno si ricordava e nessuno aveva mai sentito parlare. tenga bene a mente che senza di me non ci sarebbe nessun Derby County, nessun titolo, nessun Campione d’Inghilterra. Non senza Brian Clough.” Dal film “Maledetto United”.
Si chiuse così, e non nel modo più romantico, il rapporto di Clough con il Derby.
Ma doveva ancora succedere l’inverosimile nella sua carriera.
Nel 1974, a 39 anni, il suo rivale di sempre, Don Revie, allenatore del Leeds United, lascia la panchina del club per sedersi su quella della nazionale inglese. Così la dirigenza degli whites affida incredibilmente la panchina al nemico Brian, detrattore del club negli anni precedenti, dove non aveva risparmiato accuse sul gioco scadente e disonesto di Don Revie e la sua squadra.
Il tempo di Clough a Leeds dura solo quarantaquattro giorni: i giocatori, ancora scottati dalle sue dichiarazioni sui loro conti, mettono in scena un vero e proprio ammutinamento, facendolo esonerare.
Fu indubbiamente una cocente delusione per lui e la sua carriera.
Ma forse, senza questo passaggio doloroso, non ci sarebbe stata quella favola meravigliosa chiamata… Nottingham Forest.
Nel 1975 ricomincia da lì, da un club che stazionava in Second Division. Ed è lì che riscriverà nuovamente la storia.
Dopo il miracolo di Derby, Clough ripete con il Nottingham la straordinaria impresa di portare il club dalla second Division alla vittoria del titolo inglese. Già così è entrato di diritto nella leggenda del calcio inglese. Ma la cosa incredibile è che fa ancora meglio. Ora direte: come può fare ancora meglio?
Clough conduce appena l’anno successivo i reds a vincere la prestigiosa Coppa Campioni in finale contro il Malmoe e non sazio, si ripete l’anno seguente a Madrid contro l’Amburgo.
Nel giro di tre anni il Nottingham Forest è passato dalla Second Division a vincere un campionato inglese e due Coppe Campioni.
Nessuno probabilmente ci crederebbe se non fosse tutto documentato.
Una favola che solo il leggendario Clough è stato in grado di trasformare in realtà e che, probabilmente, nessun altro sarà capace di ripetere.