“Contro i tedeschi non è una partita: è una vera e propria guerra” disse l’indimenticato C.T. Rinus Michels, prima di un Olanda – Germania. Una frase forte quella del mitico maestro olandese, l’inventore del “calcio totale” e allenatore dell’ unico europeo vinto (1988) dagli ‘Oranje’ per intenderci, ma che rende bene l’idea della grande rivalità calcistica che c’è tra i due paesi confinanti.
La seconda guerra mondiale, Hitler e il Nazismo contribuirono in maniera determinante a far nascere questa netta discrepanza tra i due popoli; rivalità trascinatasi poi inevitabilmente nel calcio nei mitici anni ’70, quelli delle leggendarie icone Johan Cruyff e Franz Beckenbauer, protagonisti di uno straordinario antagonismo, archetipi di due modi opposti di intendere calcio: e quando da capitani si stringevano la mano, era da mettersi comodi sul divano… Da lì, tanti scontri epici e memorabili tra Germania e Olanda hanno scandito la storia calcistica mondiale.
Il primo importante scontro epocale avviene al Mondiale di Germania 1974, in quella indimenticabile finale di Monaco di Baviera dove la Germania Ovest padrone di casa vinse in rimonta. L’Olanda a detta di molti addetti ai lavori è nettamente più forte, almeno sulla carta: è la sublimazione del ‘totaalvoetball’, un gioco divino guidato dalla meravigliosa maestria di Michels in panchina e delle stelle Cruyff, Krol e Neeskens in campo. Gli olandesi, che avevano fin lì dominato in lungo e in largo quel campionato del mondo, passano in vantaggio con un rigore di Neeskens, dando da subito la sensazione di poter portare a casa agevolmente l’ambito trofeo. Ma la Germania si sa, ha la “pelle dura” e, in poco tempo, l’inerzia dell’incontro cambia. Gli uomini del C.T. Schön prima pareggiano con Breitner ancora su rigore e poi segnano allo scadere del primo tempo il gol che risulterà poi decisivo con un’altra leggenda del calcio mondiale, Gerd Muller. 2-1 e coppa del mondo ai tedeschi, la seconda della loro storia dopo quella del 1954 vinta nella vicina Svizzera. Per gli olandesi invece sarà una vera e propria batosta: questa è probabilmente ancora oggi la madre di tutte le sconfitte, difficile da dimenticare e mandare giù.
Quattro anni dopo, Olanda e Germania si ritrovano di fronte nel girone di semifinale del triste Mundial argentino 1978, quello del dittatore Videla e dei ‘Desaparacidos’: un mondiale che, prima ancora di iniziare, sembra già purtroppo scritto. Il presidente ‘spinge’ per far vincere la sua Argentina, sa che una vittoria può dare risalto mondiale al paese e alla sua politica, alla fine così sarà.
Partita spettacolare, con i bianchi di Germania due volte in vantaggio e due volte ripresi dai tulipani, orfani di Michels e Cruyff ma comunque super competitivi. Successivamente però l’Olanda avrebbe battuto l’Italia e la Germania avrebbe perso con l’Austria. Risultato: Germania eliminata, Olanda finalista e piccola vendetta consumata. Come detto, Neeskens e compagni perderanno poi la finale con la nazionale albiceleste: seguiranno tantissime contestazioni sull’arbitraggio dell’italiano Gonella, autore secondo gli olandesi di aver favorito i padroni di casa, tanto la disertare la premiazione. Sarà la seconda finale consecutiva persa (anche se non va dimenticata la circostanza che sono state giocate entrambe in casa dell’avversario), ma questa è un’altra storia.
Due anni dopo, agli Europei del 1980 in Italia, un’altra sfida nel gruppo di semifinale da 4 squadre. Germania e Olanda si incontrano a Napoli e inizialmente fu netto dominio teutonico. Dopo poco più di un’ora, i tedeschi erano già in vantaggio per 3-0, grazie ad una tripletta di Klaus Alloofs: un vero e proprio ‘profondo oranje’. Poi all’improvviso l’Olanda si sveglia e quasi la va a pareggiare. Finirà invece 3-2, con la Germania che poi avrebbe vinto sia girone che Europeo.
Bisognerà aspettare otto lunghi anni prima di vedere la prima vera rivincita olandese e il primo titolo della sua storia. Al ‘Volksparstadion’ di Amburgo, Germania e Olanda si trovano di fronte nella semifinale degli Europei tedeschi del 1988. In campo tanti campioni e tanti palloni d’oro: capitan Lothar Matthaeus, che da lì a qualche settimana sarebbe approdato all’Inter, porta in vantaggio i padroni di casa su rigore, ma poi viene fuori la grandissima classe e superiorità tecnica degli olandesi. Pareggio di Ronald Koeman e rete vincente del ‘cigno di Utrecht’, il già milanista Marco Van Basten, la stella più luminosa del torneo. Il tre volte pallone d’oro segnerà poi quel gol spaziale in finale all’ Unione Sovietica, regalando finalmente la prima gioia assoluta al popolo olandese proprio in Germania.
Arriviamo così a quel famoso e indecente sputo di Frank Rijkaard di Italia 1990.
Sono gli ottavi di finale delle ‘Notti magiche italiane’ e c’è tanta tensione nell’aria sin dai primi minuti: la partita è molto sentita oltre che per la già nota rivalità, anche per il precedente di qualche mese prima nelle qualificazioni alla kermesse italiana, dove tifosi tedeschi e olandesi, inclusi nello stesso girone, si resero protagonisti di duri scontri prima e dopo il match giocato a Rotterdam. Il jolly olandese fa fallo su Rudi Voeller e viene ammonito: rialzatosi il tedesco gli rivolge forse qualche parola di troppo e Frank (che non farà una bella figura in diretta mondiale) finisce per sputargli addosso: è il preludio alla mini rissa che avverrà l’azione dopo, con entrambi i giocatori espulsi. A quanto pare anche all’interno degli spogliatoi le cose continuarono…
Alla fine passò la Germania 2-1 con le reti di Klinsmann e Brehme, che vinse poi il suo terzo mondiale in finale contro l’Argentina di Maradona.
In conclusione sì, la storia parla chiaro: la bacheca sorride decisamente alla Germania, sebbene anche l’Olanda abbia comunque scritto e influenzato in maniera decisiva la storia del calcio.
Rimane nell’immaginario collettivo la grande avversione tra due modi completamente diversi di vedere il calcio.
Spettacolo contro pragmatismo.
Eleganza contro efficacia.
Per sintetizzarla in due frasi: “Senza bel calcio non c’è vittoria che tenga” contro “vincere è l’unica cosa che conta”.
Germania – Olanda no, non è una partita normale, non lo potrà mai essere.