Domenica 8 settembre 1996: il pubblico italiano è pronto a rituffarsi nel grande calcio, è pronto a gustarsi la partenza del campionato di Serie A, per provare a smaltire la delusione patita qualche mese prima agli Europei inglesi, con la Nazionale di Arrigo Sacchi mestamente eliminata ai gironi.
Il ritorno del campionato è sempre un rito da celebrare alla grande, ma quel giorno, a Firenze, c’è anche qualcosa da festeggiare: i Viola, infatti, pochi giorni prima hanno conquistato la Supercoppa Italiana battendo il Milan a San Siro, grazie alla strepitosa doppietta di Gabriel Omar Batistuta.
Per questo motivo, al Franchi, l’esordio in campionato è anche un giorno di festa, un modo per salutare e tributare il giusto omaggio alla squadra. Il modo migliore per farlo sarebbe quello di cominciare il campionato con tre punti contro il Vicenza, ma in quel pomeriggio c’è qualcuno che ha deciso di prendersi la scena.
Quel qualcuno si chiama Marcelo Alejandro Otero, è un attaccante uruguaiano, ed è arrivato in Italia nella stagione precedente, per vestire la maglia biancorossa del Vicenza. Nella stagione ’95-’96 Otero ha segnato 12 gol, un bottino davvero niente male per un giovane attaccante al suo primo anno tra i mostri sacri della Serie A.
Ma quell’otto settembre del 1996 diventerà il giorno più bello della carriera italiana di Otero. La Fiorentina di Ranieri è una squadra che può schierare gente come Batistuta, Rui Costa, Oliveira, mentre dall’altra parte il Vicenza di Guidolin è l’emblema della “provinciale di lusso” tanto in voga in quegli anni.
Bastano 8 minuti agli ospiti per passare in vantaggio: cross dalla sinistra, Otero si inserisce al centro della difesa viola, quasi totalmente immobile, e colpisce di testa. Alla mezz’ora, poi, arriva anche il raddoppio. Stavolta Otero viene lanciato nello spazio in profondità, e trafigge Toldo con un diagonale fulmineo, semplicemente perfetto.
Al 36′ la Fiorentina riapre il match, grazie all’autorete di Sartor, che nel tentativo di anticipare Batistuta su una punizione butta il pallone nella sua stessa porta. Si va al riposo sull’1-2, e in tanti sono convinti che la Fiorentina possa ribaltare la partita, visti i rapporti di forza tra le due squadre.
E nella ripresa i viola ci provano, ma solo con Batistuta (all’epoca davvero devastante), fermato prima da Mondini e poi dalla traversa. E così, quando al 60′ Carnasciali si fa espellere e lascia la Fiorentina in 10, Marcelo Otero torna in cattedra.
Al 67′ il numero 19 biancorosso, ancora dimenticato dalla difesa avversaria, raccoglie un pallone a pochi metri dalla porta e sigla la sua personale tripletta. A 10 minuti dalla fine Lulu Oliveira segna il gol del 2-3 con un’azione tutta personale, illudendo per l’ennesima volta il popolo del Franchi.
Al 90′, però, il Vicenza si procura un calcio di rigore, occasione propizia per chiudere i conti. Ed è normale, a quel punto, che sul dischetto si presenti proprio Marcelo Otero. L’uruguaiano spiazza Toldo, chiude il match e soprattutto chiude il suo spettacolare poker.
Quattro gol, impresa riuscita a pochi nella storia della Serie A. Ma questi quattro gol di Marcelo Otero, in fondo, hanno un sapore speciale, uno di quegli eventi che ricorderemo, appunto, anche ad anni e anni di distanza.