Da quest’anno Antonio Conte ha voluto cambiare l’anima dell’Inter in ogni suo aspetto, anche quelli comunicativi. Per questo motivo, a San Siro, da qualche mese non risuona più quello che era diventato un vero e proprio simbolo nerazzurro, pur non essendo il vero inno ufficiale, vale a dire la famosissima “Pazza Inter”.
Quel titolo, quello di Pazza Inter, la squadra nerazzurra se l’era conquistato negli anni precedenti con partite e stagioni spesso al limite della follia calcistica, con i tifosi che spesso assistevano a partite poco spiegabili con i canoni della logica e della razionalità.
E ci sono state partite, negli ultimi anni, che hanno alimentato il mito della Pazza Inter, difficile da smentire.
Come, per esempio, la Supercoppa Italiana del 2006. L’Inter, nella stagione precedente, aveva conquistato il titolo di Campione d’Italia nella maniera più rocambolesca possibile, ovvero dopo lo scandalo Calciopoli e la retrocessione della Juventus. I nerazzurri avevano vinto anche la Coppa Italia, superando nella doppia finale la Roma.
E proprio i giallorossi – secondi in campionato e finalisti di coppa – sono gli avversari di quella Supercoppa, che si disputa a San Siro il 26 agosto del 2006.
L’Inter di Mancini schiera Toldo in porta, la coppia centrale Samuel-Materazzi, e Zanetti e Grosso sulle fasce. Un centrocampo di assoluto livello con Vieira e Cambiasso affiancati da Stankovic e Figo, e l’esplosiva coppia d’attacco Adriano-Ibrahimovic.
La Roma di Luciano Spalletti risponde con Doni tra i pali, Chivu e Mexes centrali di difesa e Panucci e Cufrè terzini. A centrocampo De Rossi e Aquilani, e poi Taddei, Perrotta e Mancini a supporto di Francesco Totti, che all’epoca era già diventato il centravanti della squadra, dopo l’invenzione di Spalletti.
Sono i giallorossi a partire meglio, con Amantino Mancini che spreca due occasioni nei primi 10′ di gara. E infatti al 13′ la squadra di Spalletti passa in vantaggio approfittando di una leggerezza della difesa dell’Inter, che prima regala palla a Panucci e poi, con lo scontro tra Toldo e Zanetti, spiana la strada della porta a Mancini.
La Roma è totalmente padrona del campo, l’Inter non riesce a proporsi. Al 24′ i giallorossi recuperano ancora una volta palla, e ripartono in verticale; triangolo tra Totti e Aquilani ed è proprio il centrocampista a presentarsi solo davanti a Toldo per segnare il 2-0 al termine di una splendida azione. Nove minuti dopo, al 33′, la Roma disegna un’altra grande azione, con Aquilani che apre a destra su Taddei e poi si butta in area per ricevere il pallone. La difesa dell’Inter è immobile e Aquilani firma la sua personale doppietta e il 3-0 della Roma.
L’impressione è che l’Inter non ci sia proprio in campo e che la Roma, giocando così, possa vincere di goleada. A un minuto dall’intervallo, però, l’Inter accorcia le distanze con il colpo di testa di Vieira imbeccato perfettamente dalla punizione di Figo.
Si va al riposo sull’1-3, e, forse, è proprio quel gol nel finale a permettere all’Inter di entrare in campo con tutt’altra determinazione. Al 15′ del secondo tempo, con i nerazzurri che non riescono a farsi pericolosi, Mancini fa una sostituzione, togliendo lo spento Adriano e inserendo Hernan Crespo. E pochi minuti dopo, al 64′, è proprio Crespo a trovare il gol del 2-3, anche lui di testa, su cross di un altro ex laziale come Dejan Stankovic.
La partita, adesso, si fa infuocata. Al 72′ Spalletti toglie Totti per inserire l’egiziano Mido. E al 74′ l’Inter pareggia, anche in modo rocambolesco: Ibrahimovic tenta la conclusione al volo ma colpisce malissimo. Il pallone, però, prende un effetto strano e diventa buonissimo per Patrick Vieira, che si infila in area, indisturbato, e da due passi segna il gol del 3-3.
A un minuto dalla fine l’Inter avrebbe anche la chance di vincere nei tempi regolamentari, ma Ibra si divora un gol che sembrava ormai cosa fatta. Ma è ormai chiaro che l’inerzia del match è in mano ai nerazzurri, anche se si va ai supplementari.
Dopo 4 minuti dell’extra-time, Luis Figo pennella una punizione dolce che Doni intuisce in ritardo: 4-3 per l’Inter e rimonta completata. Al 100′ la Roma rimane in 10 per l’espulsione di Chivu che, non contento per una decisione arbitrale, prima applaude e poi manda a quel paese l’arbitro Saccani.
Finisce praticamente lì, perché la Roma non ha più la forza per impensierire l’Inter. Al termine dei 120 minuti, il triplice fischio finale sancisce la vittoria nerazzurra. E dimostra, ancora una volta, il perché quella squadra fosse definita “pazza” da praticamente tutti.