In Serie A, quest’anno, sembra esserci una grossa novità. Per la prima volta da parecchio tempo a questa parte, dopo le prime 6 giornate di campionato tutte e tre le neopromosse sono fuori dalla zona retrocessione.
Ma, soprattutto, sembra proprio che le squadre più piccole, quelle che devono lottare per salvarsi, abbiano deciso di intraprendere una piccola rivoluzione, quella del gioco. Brescia, Lecce e Verona, in questo avvio di campionato, hanno dimostrato di non volersi accontentare di fare le barricate o di scendere in campo per limitare i danni, ma hanno tutte e tre un’idea di calcio riconoscibile e propongono, quanto possibile, un calcio offensivo e dinamico.
Tra queste, una di quelle che ha impressionato di più è il Lecce di Fabio Liverani, che ha già all’attivo un successo prestigioso come quello di Torino contro i granata e che ha anche espugnato il campo di una diretta concorrente per la salvezza come la SPAL.
E nella squadra giallorossa c’è un protagonista a sorpresa, tornato a giocare in Serie A a distanza di 10 anni dalle sue prime apparizioni nel massimo campionato italiano: stiamo parlando di Marco Mancosu, capitano del Lecce, che nelle prime giornate ha trascinato, anche con i suoi gol, la squadra salentina, e che soprattutto ha fatto valere la sua leadership e il suo carisma.
Mancosu – un sardo DOC – aveva giocato in Serie A con il Cagliari, qualche apparizione tra il 2007 e il 2009. Poi aveva cominciato la sua trafila nelle serie inferiori, in Serie B, ma soprattutto in B: Empoli, Siracusa, Benevento e Casertana, prima di arrivare a Lecce, ancora in terza divisione, nell’estate del 2016.
Il trequartista cagliaritano aveva realizzato il suo primo gol in Serie A il 27 maggio 2007, in una partita contro l’Ascoli. Tornare a segnare tra i grandi a distanza di 12 anni, all’età di 31 anni, è stata per lui una bella soddisfazione, ma soprattutto la dimostrazione che con la grinta, l’applicazione e il sudore nessun traguardo è precluso, nemmeno quando ormai la tua carriera sembra segnata.
A un certo punto, sembrava quasi che la carriera di Mancosu fosse destinata a non incrociare mai la Serie A. Il fratello di Matteo – che sta facendo molto bene nell’Entella in B, quest’anno – ha sfiorato anche più volte il ritorno proprio a Cagliari, con il Presidente Giulini che sembrava aver deciso di puntare su di lui, prima di cambiare idea all’ultimo momento. Invece Mancosu è rimasto a Lecce, ed ha trascinato la squadra salentina al doppio salto dalla Serie C alla Serie A; l’anno scorso, in Serie B, sono stati ben 13 i gol messi a segno da Mancosu, che mai ne aveva segnati così tanti in carriera in una singola stagione.
La storia del calcio, in fondo, è piena di belle favole così, di calciatori che sognano a lungo di salire alla ribalta sul palcoscenico più importante, ma che poi devono accontentarsi di una carriera da gregari, vedendo sfumare per un soffio, per sfortuna o per destino, la loro grande opportunità.
Marco Mancosu, quest’anno, gioca anche per tutti loro, per tutti quelli che il loro sogno non sono riusciti a coronarlo. Lui, invece, vuole dimostrare che non è mai troppo tardi per diventare grandi, nemmeno in Serie A.