La storia di Maradona inizia in uno dei “potrero” di Villa Fiorito, sobborgo di Lanùs, cittadina a sud di Buenos Aires, da papà Don Diego e mamma Doña Dalma e sin da piccolino è il calcio il suo pane quotidiano. Come tutti i ragazzini poveri della sua città passa gran parte del tempo per strada o in campetti disastrati a giocare a pallone e tutti, ma proprio tutti, notano le doti fuori dalla norma di Dieguito già da bambino.
“Tifosi di tutti i quartieri tradivano le loro squadre del cuore per vedere quel genio per il quale un fazzoletto di terreno era più di un latifondo. Alcuni lo confusero con Dio, e quando sei poco più che un bambino non hai motivo di mettere in dubbio l’opinione dei grandi” scriverà Jorge Valdano.
Il suo talento è un qualcosa di sovrannaturale, tanto che dieci giorni prima di compiere sedici anni è già in campo con l’Argentinos Juniors a far divertire la gente.Il suo primo allenatore, Don Francisco Cornejo, colui che lo ha “scoperto” e svezzato, dirà:
“Diego non si scopre, te lo manda Dio”.
In molti da quelle parti la pensano come lui. In tanti vanno allo stadio solo per vede Maradona, in Argentina sono completamente euforici per quel che sembrerebbe il “messia” del fùtbol albiceleste.
Celebre la sua prima intervista, dove un po’ spavaldamente dirà: «Ho due sogni: il primo è giocare un Mondiale, il secondo è vincerlo». A risentirla adesso vengono i brividi…
Con l’Argentina vincerà il mondiale messicano 1986, grazie anche alla sua famosa “mano de Dios” ma soprattutto al “gol del siglo” entrambe segnate agli odiati inglesi.
A Napoli scriverà indelebili pagini calcistiche: due scudetti, una coppa UEFA, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana, capocannoniere nel 1987-88 sia in serie A che in coppa Italia.
Lì, dove nessuno era mai riuscito a vincere uno scudetto prima e dopo il suo avvento. Lì, dove è diventato una divinità, dove viene glorificato al pari di San Gennaro, forse anche di più. Lì, dove è caduto, sotto i pesanti colpi della pressione di essere il supereroe a cui aggrapparsi.
Tanto geniale quanto fragile.
Divino ma peccatore.
Forte ma debole.
Barrilete cosmico.