Era il 1994 quando da bambino approdò al Rosario Central in cambio di 26… Miseri palloni. No, non è una leggenda, è il vero accordo che trovarono il Rosario Central e il piccolo club “El Torito” per il trasferimento del piccolo Ángel di 6 anni. Ma a quanto pare non ricevettero mai quei ventisei palloni promessi…
“Cercammo di reclamare quanto pattuito, ma non è mai esistito nessun documento che provasse quell’accordo. Incredibile a pensarci adesso…”, ha raccontato Jorge Cornejo, presidente del piccolo team fino a qualche anno fa, che adesso se la ride ricordandolo.
Inizia quindi così, con un bizzarro accordo la storia calcistica di quell’ Angel Fabian Di Maria Hernandez, conosciuto al mondo poi semplicemente come Ángel Di Maria, uno dei calciatori più forti al mondo degli ultimi anni.
Ángel però da piccolo non se l’è passata benissimo. La sua famiglia non aveva grosse possibilità economiche e spesso il giovane era costretto a fare gli straordinari, lavorando in condizioni poco attinenti ad un adolescente pur di dar manforte alla propria famiglia.
Intervistato al canale ufficiale della Ligue 1, il giocatore del PSG ricorda la sua infanzia:
“se non fossi diventato un calciatore credo che avrei lavorato con mio papà, sarei stato un carbonaio. Perché a scuola non ero portato e pensavo solo al calcio. Sicuramente se non fossi riuscito a sfondare avrei aiutato lui, non c’erano molte alternative d’altronde…”.
Marcelo Trivisonno, all’epoca tecnico delle giovanili del Central, conferma in un’intervista di come si presentasse il giovane Angel Di Maria al campo:
“Spesso Angel si presentava agli allenamenti stanchissimo, con le mani sporche di carbone e qualche ferita sparsa qua e là, perché aiutava il padre a distribuire legna e carbone. Pensavo non ce l’avrebbe mai fatta a diventare professionista facendo quella vita già da ragazzino”.
Un’adolescenza molto complicata, ma il piccolo ‘Fideo’ (che in spagnolo vuol dire ‘spaghetto’, chiamato così sin da bambino per la sua corporatura esile e longilinea), pur dovendo sacrificarsi spesso in gioventù, non ha mai abbandonato il sogno di diventare un calciatore. E per fortuna diremmo adesso…
Il debutto in prima squadra arriva nel 2005
A diciassette anni e alla prima apparizione gli bastano solo 20 minuti per incantare tutti e iniziare la scalata verso la gloria.
Una scalata che inizia a diventare realtà due anni dopo, quando si trasferisce ai portoghesi del Benfica per sei milioni di euro, alla ricerca di un sostituto del loro leader Simao Sabrosa, appena passato all’Atletico Madrid. In terra lusitana regala prodezze e giocate da grande giocatore sin da subito, mettendosi in mostra soprattutto nelle coppe europee.
La svolta definitiva arriva quindi nel 2010, quando il Real Madrid lo acquista per 25 milioni di dollari.
Con le Merengues, dopo le prime stagioni di apprendistato, vincerà la decima Champions League da assoluto protagonista, grazie anche all’intuizione di Carlo Ancelotti, che lo trasforma in una mezz’ala meravigliosa.
Posizione che occuperà anche ai mondiali 2014 nella nazionale argentina, che trascinerà a suon di prestazioni monstre alla finalissima contro la Germania, per poi purtroppo saltarla per via di uno sfortunato infortunio. La coppa la vinsero i tedeschi ai supplementari, lasciando ancor di più l’amaro in bocca al ‘fideo’ e ai suoi compagni.
Uno dei più grandi rimpianti della sua generazione, quella dell’oro olimpico di Pechino 2008 con i vari Messi, Aguero, Higuain, Lavezzi per intenderci, che tanto avrebbero voluto e potuto ripetersi con la nazionale maggiore.
Adesso sono diversi anni che Di Maria veste la maglia del PSG, che lo ha acquistato nell’agosto 2015 per ben 65 milioni di euro.
Anche in Francia, con una delle rose più competitive del mondo, sta cercando di vincere quella Champions League tanto ambita e inseguita dal ricco club transalpino.
La sua stagione fino ad ora è stata più che all’altezza, con 10 reti e 14 assist tra Ligue 1 e Champions League. Riuscirà nell’impresa di portare la tanto sognata coppa dalle grandi orecchie finalmente anche sotto la Tour Eiffel?
Non lo sappiamo. Ma con un Di Maria così, tutto può succedere…